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Anonimo (venerdì 16 luglio 2010) Categoria: Altro
In Casa di riposo
Mi rendo un po' conto che tale argomento può essere tra i punti caldi. Sia delle nostre società e delle istituzioni. Sia per la storia di famiglie e di persone. Perché ha in sè un sacco di risvolti delicatissimi.

Personalmente, però, ne prendo spunto per una domanda in particolare. Questa:
- come può avvenire, cosa può spingere una scelta di vita da spendere totalmente PER AMORE VERSO DIO; verso GESU', verso MARIA, verso gli Angeli e i Santi in Cielo.

Vale a dire pensare, scegliere, operare, con un punto fisso di riferimento di ogni momento: "per Amore di Dio...".
Una di quelle due Suore infatti mi ha fatto pervenire una busta.

Al suo interno ho trovato due immagini.
Quelle di due Suore fondatrici del suo Ordine e motivanti la nascita del suo Istituto di Carità.
In una immagini è scritto:
- "nelle Croci dimostriamo al Signore la nostra confidenza e il nostro amore...".
Nell'altra immagine:
- "col mio prossimo devo usare tanta carità da preferirlo sempre a me stessa...".
Due sintesi di come muoversi per donarsi agli altri; in questo caso agli anziani estremamente bisognosi.
Inoltre perché e come affrontare tali scelte così... intense, delicate, impegnative, grandissime o come altro dire?
Per essere sincero ho tentato di pregare dentro di me affinché nuove persone giovani: oggi, proprio oggi, attualmente, con il mondo che viviamo, con mille storie che si sovrappongono e quant'altro... beh! che possa nascere nell'intimo di nuove persone giovani questo... "sentire"/orientamento/vocazione/richiamo o come chiamarlo? desiderare profondamente di intraprendere tali direttrici di essere e di vivere.

Inoltre ho collocato la busta di quella Suora tra le cose care. Perché...
Ad esempio narrerò un flash su Mario, anziano da poco ricoverato in quella casa di riposo.

(- segue, se mi si permette).


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dora (venerdì 16 luglio 2010)
Caro anonimo, io sono una ex credente. Personalmente non faccio distinzione tra la bonta' di un laico e la bonta' di un credente.Sono a contatto tutto il giorno con gente che soffre e credo di avere nei confronti del mio prossimo una attenzione e una condivisione che a volte mi commuovono, quasi. Le suore con tutto il rispetto, non sono le depositarie del bene, trovo piu' eroiche quelle povere madri di famiglia, che a stento crescono figli che riescono nonostante tutto a non diventare delinquenti, quelle donne che restano vicino a mariti impossibili,solo per onorare una promessa.Perdonami, se ti sembro aggressiva, ma non sopporto le ipocrisie!
mafalda (venerdì 16 luglio 2010)
"Col mio prossimo devo usare tanta carità da preferirlo sempre a me stessa " Se permetti , gentile Anonimo , ho "rubato " le parole della suora e le ho segnate nel mio quaderno con tutte le massime preferite .Credo che alla tua domanda :"Come può avvenire, cosa può spingere una scelta di vita da spendere totalmente PER AMORE VERSO DIO; verso GESU', verso MARIA, verso gli Angeli e i Santi in Cielo", non potrei risponderti altro che ......tutto ciò succede quando si è ricevuta una chiamata "all 'AMORE ,l'AMORE , l'AMORE .Dio ha voluto che i suoi figli vivessero nell’amore, ma la novità sta nel “chi” amare e soprattutto nel “come” amare.Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? ... L'amore incontra se stesso solo nell'atto d'amare, e sebbene possa sembrare naturale , ti assicuro che si puo' attuare solo se si vive in funzione di Dio , altrimenti non è amore , ma solo buona educazione o altruismo .Aspetto con piacere , il flash su Mario , a presto .
mafalda (venerdì 16 luglio 2010)
Cara Dora , condivido il tuo pensiero , e alle donne che soffrono va tutta la mia stima e considerazione ma io ho conosciuto una suora missionaria che ha lasciato tutto per andare a servire i poveri del terzo mondo per scelta , e credimi le notizie che arrivano non sono consolanti.Il mio post è arrivato in contemporanea al tuo e spero di non aver urtato la tua sensibilità , non era mia intenzione .
dora (venerdì 16 luglio 2010)
Sono io piuttosto che potrei urtare la tua! Io sono figlia di una donna che vive in funzione di Messe , Preghiere Comunioni ecc. so che la fa soffrire il mio scetticismo, ma mi sento colpita nel vivo, quando si parla di amore come se fosse una prerogativa di chi ha fede!
Assunta (venerdì 16 luglio 2010)
22:17 del 16-07-2010
Buonasera care amiche. Noto che ci sono state delle divergenze d'opinione e bello pensarla diversamente e ognuno esporre il suo pensiero in piena libertà.
Parlando della stessa cosa, si riesce a dire cose diverse. Però si mi posso permettere, cara Dora non è ipocrita, quello che ha detto l'anonimo, vede soltanto le cose dal suo punto di vista, come tu le vedi dal tuo. Quindi penso che abbiate ragione entrambi. Poi C'è chi guarda la cosa sotto l'influenza religiosa e chi invece parla da non credente. Va benissimo! L'importante è poterne parlarne.
Oggi mi sono allontanata da esternando, mio marito ha avuto un piccolo malore e dal momento che è cardiopatico abbastanza grave, ci allarmiamo subito, per fortuna che la cosa questa volta si è risolta, senza l'ausilio dell'ospedale. A dopo!
mafalda (venerdì 16 luglio 2010)
Senz'altro la temperatura di questi ultimi anni e in particolare di questi ultimi giorni , non giova alle persone cha hanno seri problemi di salute , voglio sperare che questa notte tuo marito possa riposare tranquillamente e quando puoi , domattina facci sapere .Auguri !!!!
Anonimo (sabato 17 luglio 2010)
IN CASA DI RIPOSO.

il problema delle persone consacrate è un aspetto delicatissimo, su cui non entro in merito. Né faccio graduatorie; di nessun tipo; non sta di certo a me far questo. Penso che avere Persone consacrate che vivono realmente quelle cose... beh...
Così pure a qualsiasi livello e condizione. Lo stesso, anche a mio avviso.
Il punto è il tipo di percorso: come viene vissuto. Per ciascuno, per tutti, ritengo.
L'espressione "Grazia di Dio" penso sia molto... grande, non lo so. E non avviene a caso. Può avvenire in una Persona laica o consacrata, penso anch'io. Se c'è quella, è come la marcia in più; un'incredibile marcia in più.

(Noticina. Auguri per i problemi di salute di suo marito).
----

Mario.

Ora è proprio nella Casa dove quella Suora ha operato per una vita. Senza chiedere nulla a nessuno. Neppure un minimo di gratificazione, a quanto risulta.
Sulla premessa di quanto l'ha mossa dentro il suo intimo, per una vita intera; come un balsamo anche per Mario: per amore verso Dio e verso i fratelli?

E' solo un esempio, tra tantissimi.
Una persona in carne ed ossa; magrissimo, curvo sotto il peso dei suoi ottanta e più anni. Segnato dalla vita in realtà; ma lucido e sobrio. Anche nel parlare.
Nel reparto dell'ospedale, da solo; seduto in un angolino, per schiacciare un po' il tempo lungo la sua degenza.
- Come va Mario?
- Eeeeh! Insomma...
Mica ti tira fuori altre parole, mentre ti lancia un'occhiata perché lo prendi in considerazione.
- E i figli, i familiari?
Come per interessarlo un po', tirarlo verso un bricciolo di dialogo. Ma si cava ben poco dalla sua bocca; a parte le occhiate che ti frugano addosso, se fai sul serio oppure no. Così magari finisci finalmente per raccogliere il clou dei suoi pensieri:
- Mi mandano in Casa di riposo...
- Ah!
Ti blocchi all'istante. Non è una cosa da poco, quella.
E' una rivoluzione di vita; delle proprie abitudine, percezioni, sistemi acquisiti di riferimento, della propria identità; di collocazione tempo/spazio. Insomma fa parte delle vicende davvero importanti della vita.
- Sa una cosa... - ti aggiunge poi il Mario a ritmo lento. - Mi piacerebbe poter portarmi uno dei miei tavoli, chissà se lo accettano?
- Un tavolo?! - tu reagisci sorpreso. Mentre la vicenda prende un po' di contorno più chiaro.
- Sì. Io sono un intarsiatore. Fin da ragazzo...
Ha intarsiato e cesellato, con forme, figure, disegni, per impreziosire il legno. Per farlo parlare. Una vita intera così. Come facevano cinquecento anni fa. Come lo facevano grandissimi uomini, con pazienza incredibile, con finezza e senso pieno del rapporto tra il proprio "sè" e un pezzo di legno da elaborare. Ceselli che magari oggi si guardano di fretta; collocati in una stanza, dopo aver pagato il biglietto, con la cera a lustro sul pavimento, come la raccolta di farfalle appese al muro. Tante telecamere da tutte la parti.
Lavorìo secolare e di una vita intera. Mario è incerto, chissà se glielo concederanno.
In passato aveva perfino intarsiato i portali della Chiesettina del suo paese. Certo, non di grandi Cattedrali; ma di una piccola Chiesettina, in un paesettino agricolo; tra il rincorrersi delle colline verdissime, avvisaglia di più severe montagne.
- Lo dica ai suoi figli! Lo chieda a loro! Ponga chiaro e tondo il suo problema... -tenti così un aiuto.
- Eh... i figli... i figli...
Come dire, hanno le loro famiglie; quante occupazioni hanno, quanti problemi hanno, quanto da fare hanno, quanto da corrrere hanno, ecc. ecc., magari all'insegna del pragmatismo perchè non puoi eludere gli impegni quotidiani.
Finendo magari con il "ciao! ciao! come stai", verso il padre, verso il nonno; poi la passeggiatina insieme e via! Ognuno per la propria direzione di vita.

Reincontri Mario.
Cammina curvo con il suo bastone.
Stenti tantissimo ad avvicinarlo veramente e a stanarlo.
Ti fa un sorriso, perché ti riconosce.
- Mario... è riuscito a farsi mettere un suo tavolino intarsiato nella sua stanzettina...?
- No... - e ti guarda senza soggiungere una sillaba in più.
Il mondo si spegne così?
Radici.
Cosa manca?
----
dora (sabato 17 luglio 2010)
Mi spiace' io amo le persone anziane. Ho avuto due nonni straordinari: mio nonno era cieco (ora li chiamano non vedenti, ma cosa cambia?)' e io da ragazza 15\16 anni andavo a prenderlo per fargli fare una passeggiata, e insieme mangiavamo il gelato. Avevamo sincronizzato il passo tanto che di fronte a uno scalino, una piccola pressione sul braccio(andavamo a braccetto) e lui alzava il piede: era quasi un giocoLui mi ha insegnato a leggere le ore con quel po' di luce che ancora vedeva. Aveva i piu' begli occhi azzurri che io abbio mai visto. Mia nonna era una maestra che sembrava uscita dal libro cuore,onesta, generosa, buona.Percio' se fosse capitato a me io avrei lottato contro la stupidita' che impedisce a un vecchio di sentirsi ancora VIVO.Ciao, anonimo, spero di non averti offeso,con i miei commenti, ma credo che rimarresti stupito se mi conoscessi!
mafalda (sabato 17 luglio 2010)
Povero Mario , gli hanno negato l'ultima possibilità di sentirsi vivo ........ l'occasione per illudersi ,di avere ancora mani e cervello attivi . Questi poveri vecchi vengono portati nelle case di riposo , come se "riposare " fosse il loro unico desiderio , invece spesso , a meno che non ci sono gravi patologie , dentro hanno una grande voglia di vivere , di parlare , di fare ,ma obbligandolo alla sedentarietà , è quasi un costringerlo costantemente a pensare di essere solo "buono per morire " .
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